Programma europeo di assistenza allo smantellamento

Che cos’è?

Dopo l’incidente del reattore di Chernobyl nel 1986, il problema relativo alla sicurezza dei reattori di progettazione sovietica catturò finalmente l’interesse della comunità internazionale e, tra le altre iniziative, iniziò ad essere considerato anche all’interno degli ultimi due processi di allargamento dell’UE. Alla fine , queste discussioni portano alla decisione per la chiusura di alcuni reattori in nuovi Stati membri Dopo l’incidente del reattore di Chernobyl , nel 1986 la sicurezza dei reattori di progettazione sovietica divenne finalmente un problema molto delicato , che è stato affrontato, tra gli altri , negli ultimi due processi di allargamento dell’UE . Queste discussioni portano, infine, alla decisione di chiusura di alcuni reattori nei nuovi Stati membri, in particolare in Slovacchia, Lituania e Bulgaria. La posizione della Commissione in materia è rimasta coerente con il Programma di azione multilaterale adottato in occasione del vertice del G7 di Monaco di Baviera nel 1992. All’epoca era già chiaro che i cosiddetti reattori ad alta potenza e reattori di prima generazione di progettazione sovietica non potessero essere resi sicuri a causa dell’enorme spesa economica che sarebbe stato necessario affrontare per convertirli, e pertanto dovevano essere chiusi. Per aiutare i governi lituani, slovacchi e bulgari a soddisfare questo impegno, ulteriori strumenti di assistenza comunitaria, oltre al precedente programma PHARE, sono stati concordati.
A dicembre 2013 due nuovi regolamenti (uno per la Lituania e un altro per la Bulgaria e la Slovacchia) sono stati adottati al fine di continuare a fornire assistenza finanziaria anche nel nuovo periodo di programmazione 2014-2020; limitandolo però al sostegno di progetti per lo smantellamento e la gestione delle scorie. Il sostegno finanziario complessivo previsto per i tre programmi dal periodo 1999-2020 è pari a € 3,816.000.000.

Come ci si candida?

L’assistenza viene attuata attraverso il “Fondo Internazionale di Sostegno alla Disattivazione” ( IDSF ) , gestito dalla “Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo” ( BERS ). Per tutti e tre i fondi ( uno per Stato membro ), la Commissione europea è il principale contribuente. Solamente in Lituania il sostegno viene reso disponibile direttamente al paese e qui i fondi sono gestiti da un’agenzia nazionale (CPMA) nominata dalla CE. La Commissione è responsabile di fornire il supporto finanziario a tempo debito e garantisce l’uso efficiente ed efficace dei fondi comunitari. Profonde relazioni lavorative sono stati stabilite, quindi, sia con la BERS e il CPMA, che con i paesi beneficiari del programma. La Commissione europea continua a favorire non solo lo scambio di informazioni tra i servizi di smantellamento di diversi Stati membri, ma anche tra tutte le parti coinvolte nel progetto (centrali nucleare, imprese, autorità nazionali competenti).

Chi può partecipare?

Possono partecipare organismi decentrati, aziende private, attori non-statali, quali le organizzazioni non-governative o associazioni professionali, le persone fisiche, il Centro Comune di Ricerca o agenzie UE, organizzazioni internazionali e istituzioni finanziarie di paesi terzi (con particolare attenzione alla Russia, Ucraina, Armenia e Kazakistan, Nord Africa, paesi ACP e dell’America latina).
I Beneficiari di questo programma sono Bulgaria, Slovacchia e Lituania.

Dove posso trovare ulteriori informazioni?

http://www.ebrd.com/cs/Satellite?c=Content&cid=1395236900238&pagename=EBRD%2FContent%2FContentLayout